sabato 29 agosto 2009

Neolingua

"Ciò era stato ottenuto in parte con l'invenzione di nuove parole, ma soprattutto mediante la soppressione di parole indesiderabili e l'eliminazione di quei significati eterodossi che potevano essere restati e, per quanto era possibile, dei significati in qualunque modo secondari.
Daremo un unico esempio. La parola libero esisteva ancora in Neolingua, ma poteva essere usata solo in frasi come "Questo cane è libero da pulci" oppure "Questo campo è libero da erbacce". Ma non poteva essere usata nell'antico significato di "politicamente libero" o "intellettualmente libero" dal momento che la libertà politica ed intellettuale non esisteva più, nemmeno come concetto, ed era quindi, di necessità, priva di una parola per esprimerla.
Ma, a parte la soppressione di parole di carattere palesemente eretico, la riduzione del vocabolario era considerata fine a sé stessa, e di nessuna parola di cui si potesse fare a meno era ulteriormente tollerata l'esistenza. La Neolingua era intesa non ad estendere, ma a diminuire le possibilità di pensiero; si veniva incontro a questo fine appunto, indirettamente, col ridurre al minimo la scelta delle parole."

"La [di Fini] sua allusione allo “stato etico” è rivelatrice di un certo cedimento alla concezione della laicità negativa [...]"


Il Foglio: "L'aporia finiana"

mercoledì 26 agosto 2009

Ciò che la IAEA non dice (o non vuole dire)

Arriva in sordina, e rischia di diventare una (ennesima) piaga infetta sul corpo moribondo della credibilità ONU: è la notizia dell'accusa - ormai proveniente da più parti - nei confronti della IAEA, di nascondere documenti sulla corsa iraniana al nulcleare.
Un membro del congesso USA, la deputata Ileana Ros-Lehtinen ha accusato la IAEA di nascondere prove sul programma nucleare iraniano, e ha chiesto all'agenzia ONU di renderle pubbliche.
"Invece di prevenire la proliferazione nucleare, sembra che una sempre più politicizzata IAEA stia nascondendo prove della proliferazione stessa ad opera del regime iraniano. La IAEA deve immediatamente rendere pubbliche tutte le prove sull'attività nucleare iraniana."

L'accusa è l'effetto di un rapporto del giornale israeliano Haaretz, secondo il quale alcuni ufficiali israeliani avrebbero riferito che prove su recenti sforzi iraniani di militarizzare la loro tecnologia nucleare, siano stati "classificati" dall'agenzia ONU.
Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania hanno già fatto pressioni si ElBaradei affinchè renda pubblica la documentazione recentemente acquisita.
Intanto - guarda caso - l'Iran chiede di mettere al bando gli attacchi agli impianti nucleari. Chissà perchè.
Altre fonti:
The Australian.
ICEJ.

Qual'è la novità? In realtà nessuna.
Non serve un genio per capire che la poca credibilità (e utilità) dell'ONU e delle sue agenzie è stata definitivamente delapidata negli ultimi decenni di gestione (scellerata) terzomondista. Alti funzionari provenienti da paesi dai comportamenti interni ed esterni quantomeno dubbi, casi di corruzione, connivenza, negligenza...

Esiste ancora un'afffidabilità ONU, una credibilità ONU? Oppure l'unico ruolo rimastole è quello della foglia di fico di tiranni, genocidi, dittatori...
Ha senso finanziare ancora un simile organismo, mentre quei soldi che chiede - pretende - potrebbero essere utilizzati meglio?

mercoledì 5 agosto 2009

La faccia dei media

Apprendo, attraverso "The Jawa Report" di un discorso tenuto recentemente da Dan Rater all'"Aspen Institute"
Cito:
"Io incoraggio personalmente il presidente a stabilire una commissione della Casa Bianca sui media pubblici."
Una tale commissione, ha detto Rather, avrebbe il compito di fornire raccomandazioni su come salvare posti di lavoro nel giornalismo e nel creare nuovi modelli di business in modo da mantenere in vita le organizzazioni giornalistiche.
In giuoco, sostiene, c'è la sopravvivenza stessa della democrazia americana.
"Una stampa autenticamente libera e indipendente è il cuore battente della democrazia e della libertà" ha dichiarato Rather in un'intervista ieri pomeriggio. "Questa non è una preoccupazione che riguarda solo i giornalisti, la perdita di posti di lavoro, la perdita di giornali, la perdita del tradizionale ruolo della stampa americana come cane da guardia contro il potere."

Ora, sorvolando sul triste fatto che la stampa americana ultimamente più che "cane da guardia contro il potere" somiglia sempre di più al cane da compagnia del presidente B. Hussein Obama, c'è qualcos'altro di "storto" in questo ragionamento. Andiamo per passaggi logici:
1) la stampa americana ha un ruolo tradizionale di "cane da guardia contro il potere" ("watchdog on power").
2) la stampa americana sta perdendo colpi (Dan Rather ovviamente sorvola con l'eleganza di un airone zoppo sui motivi della crisi dei "MainStream Media", "MSM" per gli amici.)
3) la Casa Bianca (cioè il potere, lo stesso contro il quale la stampa dovrebbe fare da "cane da guardia") dovrebbe (in parole povere) sostenere e salvare la stampa americana.
Un caxxo di genio, no?

Non si capisce se Dan Rather voglia firmare la capitolazione finale (cioè il passaggio definitivo e permanente dalla genuflessione alla prostrazione) degli MSM americani nei confronti di Obama , o se si sia bevuto il poco cervello che gli era rimasto quando ha deciso di dimettersi dalla CBS in seguito al "Rathergate".


Il problema di Rather (e di molti altri giornalisti, anche di casa nostra) è che non riescono a - non vogliono? - rendersi conto che la crisi dei MSM non è colpa dei diabolici blogger o di ignoti pirati informatici che non hanno nulla di meglio da fare che infangare la cara buona vecchia carta stampata, nascondendosi "codardamente" dietro l'anonimato.
La colpa del tracollo del media tradizionale è solo e soltanto del media tradizionale, che da "cane da guardia" è diventato "cane da compagnia", quando non proprio "cane" e basta.

Il "Rathergate".
L'"affaire" Jayson Blair.
Le immagini "photoshoppate" dai reporter libanesi di Reuters.
La "telenovela" del fosforo bianco.
Finanziamenti dei media USA ai partiti.

Ed ecco che il cane alla fine diventa puttana (la battuta funziona bene in inglese...) esigendo la marchetta al suo ex-nemico, ora datore di lavoro. Il guardiano che chiede ai ladri lo stipendio. E con i pochi denti che gli rimangono, questa cagnetta (il doppio senso anglosassone è sempre in agguato) pulciosa non trova nulla di meglio da fare che azzannare i cani da guardia "veri", magari a colpi di leggi fatte d'amore e d'accordo con il loro nuovo pappone. Un bel quadretto, nevvero?
Chi lamenta il tracollo delle "istituzioni culturali" ignora (meglio, finge di ignorare) che quelle istituzioni culturali erano - sono tuttora - monopolio di una parte politica, monopolio che ha ridotto la nostra cultura alla brutta copia del canzoniere di Jovanotti (provate ad andare in libreria e chiedere un'opera di John Locke: "Chi? Quello di "Lost"?").

Chi è causa del suo mal... Almeno eviti di emettere flatulenze.