lunedì 26 luglio 2010

Moderazione?

clipped from nowscape.com

"There may be moderate Muslims, but
Islam itself is not moderate. There is no difference between Islam and
Islamic fundamentalism. At most there is a difference of degree but not of
kind."             
 -- Ibn Warraq,

executive director of the Institute for the
Secularization of Islamic Society
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lunedì 19 luglio 2010

Post-it

Oggi mi scappa l'occhio su una copia de "L'Eco della Forca" de "La Repubblica" e noto, simpaticamente uno di fronte all'altro, due articoli.
Il primo, manco a dirlo, è la pubblicazione di verbali - ovvero atti giudiziari - su tal Verdini.
Naturalmente trattasi di processo ancora in corso, quindi probabilmente trattasi di atti giudiziari "teoricamente" coperti da segreto istruttorio, ma si sa che qui in Italia il segreto istruttorio vale solo per alcuni.
Per altri no, ça va sans dire.
Verrebbe a mente la Costituzione, in quel punto specifico in cui recita - più o meno:

"L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva."
(Art. 27 Cost., comma 2)

Ma la Costituzione, anche questo è noto, può essere sventolata sulla faccia di chicchessia solo ed esclusivamente quando torna comodo, e naturalmente solo a pezz(ettini)i.
Ma al di là di questi tecnicismi, quello che mi è saltato all'occhio era la relazione con l'articolo posto nella pagina di fronte, vale a dire l'ennesima stracciata di vesti sul "Ddl intercettazioni", su come ci stiamo avviando verso la censura, su come senza libertà di stampa diventeremmo tutti sudditi, ecc.
Viene da chiedersi, nel caso questo Verdini finisca per essere assolto (nel caso, eh...), a che cosa sarà valsa quella che questa gente chiama "libertà di stampa".


"Mi rendo conto che esiste un diritto d’informazione, ma esistono anche i diritti delle persone e delle loro famiglie. A ciò si aggiunge la propensione allo sciaccallaggio di soggetti politici che, ricercando un utile meschino, dimenticano di essere stati per molti versi protagonisti di un sistema rispetto al quale oggi si ergono a censori."

Sergio Moroni

martedì 6 luglio 2010

Tutti al mare, tutti al mareee

I sindacati indicono un altro weekend lungo. Niente in contrario, per carità! Anzi, buon divertimento a tutti.
Peccato che chi lavora rimanga col fiato corto....
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Venerdì 9 luglio sciopero nazionale 


Venerdì 9 luglio sciopero nazionale
A Milano possibili disagi dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio
Sistema di Infomobilità con aggiornamenti in tempo reale


Milano, 3 luglio 2010
Per venerdì 9 luglio, le strutture Nazionali delle organizzazioni sindacali FILT CGIL, FIT CISL, UILT UIL, ORSA, FAISA CISAL, UGL e FAST Ferrovie hanno proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore.
Le modalità di adesione previste variano da città a città. A Milano l’agitazione è prevista dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio: durante queste fasce orarie saranno quindi possibili disagi. Corse garantite dal mattino fino alle 8,45 e dalle 15 alle 18.
A Como, per la funicolare Como-Brunate gestita da Atm, possibili disagi, invece, dalle 8,30 alle 16,30 e dalle 19,30 a chiusura dell’impianto.
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domenica 4 luglio 2010

A Henry Lee. Monticello, 8 Maggio 1825

 A Henry LEE

Monticello, 8 Maggio 1825
Caro signore,

- Il fatto che George Mason fu autore del "Bill of Rights", e della Costituzione che su di essi era fondata, è chiaramente fissato nella mia mente dai fatti. Delle carte a cui Vi riferite, ritenute le istruzionei alla delegazione della Virginia al Congresso, io non ho memoria. Fossero state qualcosa di più di un progetto di natura privata, vale a dire, se simili istruzioni fossero state date dalla convenzione, apparirebbero nelle registrazioni, che noi possediamo per intero. Ma rispetto ai nostri diritti, e le azioni del governo Britannico contrari ad essi, vi era soltanto un'opinione da questa parte dell'oceano.
Tutti i "whigs" Americani la pensano allo stesso modo su quest'argomento. Benchè forzati a ricorrere alle armi per rimediare, un appello al tribunale del mondo fu ritenuto appropriato per giustificarci.
Questo fu l'oggetto della Dichiarazione d'Indipendenza. Non la ricerca di nuovi principi, o nuove questioni mai pensate prima, nemmeno per dire cose che non erano mai state dette prima; ma per porre innanzi all'umanità il buon senso dell'argomento, in termini così chiari e fermi da imporre il loro consenso, e giustificaci nella posizione indipendentista che fummo costretti ad adottare. Mai mirata all'originalità dei principi o dei sentimenti, nemmeno copiata da qualsivoglia particolare e precedente scritto, era destinata ad essere l'espressione dello stato d'animo Americano, e a dare a quell'espressione il tono e lo spirito più appropriato che l'occasione richiedesse. Tutta la sua autorità risiede allora nei sentimenti d'armonia di quel giorno, in qualsivoglia modo espressi, in conversazioni, in lettere, pamphlet o i più elementari libri di diritti civili, come Aristotele, Cicerone, Locke, Sidney e altri. Sono convinto che troverete che i documenti storici in vostro possesso che Voi menzionate, proveranno i fatti e i principi scritti in quella Dichiarazione.

Abbiate il piacere di accettare le assicurazioni della mia più grande stima e rispetto.

Thomas JEFFERSON


Monticello, May 8, 1825
Dear Sir,

—That George Mason was author of the bill of rights, and of the constitution founded on it, the evidence of the day established fully in my mind. Of the paper you mention, purporting to be instructions to the Virginia delegation in Congress, I have no recollection. If it were anything more than a project of some private hand, that is to say, had any such instructions been ever given by the convention, they would appear in the journals, which we possess entire. But with respect to our rights, and the acts of the British government contravening those rights, there was but one opinion on this side of the water. All American whigs thought alike on these subjects. When forced, therefore, to resort to arms for redress, an appeal to the tribunal of the world was deemed proper for our justification. This was the object of the Declaration of Independence. Not to find out new principles, or new arguments, never before thought of, not merely to say things which had never been said before; but to place before mankind the common sense of the subject, in terms so plain and firm as to command their assent, and to justify ourselves in the independent stand we are compelled to take. Neither aiming at originality of principle or sentiment, nor yet copied from any particular and previous writing, it was intended to be an expression of the American mind, and to give to that expression the proper tone and spirit called for by the occasion. All its authority rests then on the harmonizing sentiments of the day, whether expressed in conversation, in letters, printed essays, or in the elementary books of public right, as Aristotle, Cicero, Locke, Sidney, &c. The historical documents which you mention as in your possession, ought all to be found, and I am persuaded you will find, to be corroborative of the facts and principles advanced in that Declaration.
Be pleased to accept assurances of my great esteem and respect.

giovedì 1 luglio 2010

Change? Si, in peggio

Il premio Nobel per la Pace (qualcuno mi spieghi perchè) B. Hussein Obama, Presidente degli Stai Uniti perchè una massa di fessi ha scambiato le elezioni presidenziali per gli MTV Awards, ne fa un'altra delle sue.
Non contento di aver smerigliato i cosiddetti a tutto il web (anche a quei poveri cristi che non c'entrano nulla) fino ad arrivare a far partorire 3 (dicansi TRE) inutilissime estensioni di Firefox, secondo voi che cosa fa il nostro eroe? Riconoscente del supporto entusiastico della rete promette di proteggerne la libertà di espressione? Fa in modo che i dissidenti cinesi, iraniani, cubani, birmani, ecc. possano accedere sempre più liberamente al web per far sentire al mondo il loro grido di dolore?
No.
Si fa "confezionare" una legge su misura per poter avere la possibilità di "spegnere" il web "nel caso in cui fosse a rischio la sicurezza nazionale".
Che cosa metta "a rischio la sicurezza nazionale", un attacco terroristico o il cedimento del wonderbra della First Lady, non è, ovviamente, dato sapere.
Ma non vi preoccupate, il senatore democratico Joe Liebermann, padre putativo della legge, rassicura il web e i suoi utenti:
“Al momento Pechino può disconnettere parti della sua Internet in tempo di guerra. Dobbiamo poterlo fare anche noi

PECHINO????

Beh, si. In fondo è proprio un bel "change".