lunedì 4 luglio 2011

Gli inconvenienti della Libertà - una lettera di Thomas Jefferson

Philadelphia, 23 Dicembre, 1791
Caro Signore,
-- Ho puntualmente ricevuto la vostra lettera del 26 Ottobre e avrei voluto risondervi direttamente attraverso gentiluomo che li ha consegnati, ma egli ha lasciato la città prima che ne venissi a conoscenza.
Non è possibile dubitare che sia veramente importante dotare il nostro stato di una Costituzione: può esserci invero ben poco dubbio che il documento che porta quel nome possiede difetti ragguardevoli. Ma prima di porvi rimedio, dobbiamo sforzarci di essere tanto più sicuri di quanto sia praticabile che in quel tentativo non rischieremo di peggiorare la situazione. Comprendo che il sig. Henry si è swmpre opposto a questo impresa: e io debbo confessare che considero il suo talento e la sua influenza tali che, se decidessimo di eleggere una Convenzione allo scopo di emendarela, temo che lui potrebbe indurre quella Convenzione a mantenere le cose come stanno o a cambiarle in peggio. Non sarebbe quindi un bene adottare dei mezzi per avvicinare le sue idee ai cambiamenti su cui potrebbe trovarsi d'accordo, e per comunicargli quelli che intendiamo proporre? Forse egli potrebbe scoprire che le nostre [posizioni] non sono poi così distanti dalle sue, ma che qualche mutuo sacrificio potrebbe avvicinarle.
Mi azzarderò a comunicarVi le mie idee con la fretta che i miei impegni mi impongono. Desidero mantenere la linea che la Costituzione Federale ha tracciato tra i governi generale e particolari così com’è adesso, e adottare ogni mezzo prudente per evitare che essi interferiscano tra loro.
Anche se l’Esperimento non è ancora durato abbastanza a lungo per mostrarci quali particolari usurpazioni siano più da temere, eppure è facile prevedere dallo stato delle cose che le violazioni da parte dei governi locali saranno nella direzione di un eccesso di libertà che tenderà a correggersi da solo (come ultima risorsa) mentre quelle del governo centrale tenderanno alla monarchia, che si fortificherà giorno dopo giorno, invece di lavorare alla propria cura, come tutte le esperienze hanno sempre dimostrato.

Preferisco di gran lunga essere esposto agli inconvenienti derivanti da un eccesso di libertà che a quelli derivanti da ua scarsità della stessa.

Quindi è importante fortificare i governi statali: e siccome questo non può essere fatto con delle modifiche alla costituzione federale, (per la conservazione di ciò per cui serve lottare,) ma deve essere fatto dagli stessi stati, alzando tali barriere che la linea costituzionale non potrà essere scavalcata né da loro né dal governo genereale. L’unico ostacolo al loro potere è un governo saggio. Uno debole non farà altro che perdere terreno in ogni contesa.
Per ottenere un governo abile e saggio, considero queste modifiche importanti. Rendere quella del legislatore una posizione desiderabile diminuendo il numero dei rappresentanti (diciamo a 100) e allungando in qualche modo la durata del loro termine, e distribuirli proporzionalmente in rapporto al numero degli elettori: bisogna adottare anche un modo migliore per la nomina dei Senatori. Rendere l’Esecutivo una carica desiderabile per uomini abili rendendolo più indipendente dal legislativo.
Ad esempio, facedolo scegliere da altri elettori, per un tempo più lungo, e renderlo successivamente ineleggibile. La responsabilità è un motore impressionante in un governo libero. Che egli ne senta l’intero peso, togliendogli la protezione del suo consiglio esecutivo. L’esperienza ha comunque stabilito la superitorità di questa misura. Rendere il [potere] giudiziario rispettabile con ogni mezzo possibile, ad esempio la sicura durata dell’incarico, salario adeguato, e riduzione del loro numero.
Uomini di grande erudizione e abilità sono pochi in ogni nazione; e scegliendo coloro che non lo sono, la parte più abile dell’elettorato ha le mani legate dagli incapaci. Questo potere dovrà reggere il peso del conflitto con le proprie mani, poichè loro saranno l’ultimo appello alla ragione.--Queste a grandi linee sono le mie idee sugli emendamenti; ma, salvaguardando i fini, sarò flessibile e conciliante per quanto riguarda i mezzi. 
Avete chiesto se io e il sig. Madison potremmo partecipare ad una convenzione da convocare? Gli obblighi del sig. Madison come membro del Congresso dureranno probabilmente da Ottobre a Marzo o Aprile ogni anno. I miei sono costanti mentre svolgo il mio ufficio, e la mia presenza sarebbe irrilevante. Fosse altrimenti, la mia carica non sarebbe un ostacolo.
Io sono, con la più grande e sincera stima, Caro Signore, Vostro amico e servitore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bella questa lettera!