mercoledì 13 febbraio 2013

No, no... Stavamo scherzando! Hahaha!

Allora, ricapitoliamo. Esiste un problema terrorismo.
Esiste.
Anche i "progressisti" che abitualmente popolano la curva sud di Hamas (quelli, tanto per intenderci, che dopo la lacrimuccia di circostanza del 27 gennaio, ricominciano con i cori "ammazza l'ebreo" e "forza quassam") riconoscono che c'è un problema di terrorismo.
Tutti (più o meno) riconoscono che il terrorismo prende di mira intenzionalmente civili innocenti.
Tutti (più o meno) riconoscono che al terrorismo bisogna rispondere.
Tranne che quando uno risponde, ci sono decine di migliaia di dementi anime belle che si fiondano in piazza a urlare "not in my name" [no, non certo nel tuo, idiota, ma nel nome dei 2996, n.d.G.] e cazzate varie.

Ma scusate, lo sapete anche voi che il terrorismo va combattuto, no?
"Siii! Ma non con le bombeeeeeeeeeeeeeeeeeee!"
E con cosa allora, con gli elastici?
"Ma nooooooo! Con l'intelligenceeeee, nooooooooooooo???"

No.

Perchè vedete, quando succede che in un operazione di intelligence antiterrorismo, un imam radicale, facente parte di un gruppo terroristico peraltro responsabile della strage di Luxor, viene arrestato da operativi di intelligence di un paese alleato, la magistratura cosa fa? Arresta e condanna gli operativi alleati e nostri. E risarcisce l'imam (per cosa, lesa maestà?) con quattrini (ovviamente) di stato.
Ovvio no?

A questo punto purtroppo, il sospetto che circolino troppi "amici del giaguaro" (e non sto parlando di Bersani) nelle istituzioni, in particolare nella magistratura, è più che legittimo.

Ed è più che un sospetto.

P. S.: Al primo fesso che mi viene a dire che l'organizzazione sarkazz al-Islamyya si è data alla non violenza, verrà fatto notare questo trucchetto è già stato utilizzato in passato, giusto per recuperare qualche migliaio di adepti dalle egizie galere, tranne poi ricominciare a macellare da capo.