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"Abbiamo voluto ed ottenuto che sulla pillola Ru486 si facesse chiarezza [la RU486 è commercializzata dal 1989 - millenovecentoottantanove - evidentemente Gasparri è un po' lento. n. d. G.]". "Troppi erano e sono ancora - ha aggiunto - i dubbi che legano la sua somministrazione alla salute delle donne. Per noi lo stop - ha concluso - è una vittoria di civiltà, una vittoria in difesa della salute".
Maurizio Gasparri, dal Corriere di oggi.
Una vittoria in difesa della salute? Di civiltà?
"Ovunque, nel mondo, la Ru486 è sinonimo di aborto a domicilio. Questo è il vero nodo politico della questione. Introdurre la pillola abortiva vuol dire far saltare la legge 194/1978 sull’interruzione di gravidanza: l’aborto non deve avvenire più negli ospedali, sotto controllo medico, ma torna fra le mura domestiche. Il ginecologo si limita a dare le compresse abortive, gli antidolorifici, il foglietto con le istruzioni, e il numero di telefono del pronto soccorso più vicino. Bisogna fare almeno tre visite di controllo, ma tutto il resto, compresa l’espulsione vera e propria, avviene fuori dalle strutture sanitarie. In Francia, dove la vecchia legge Veil sull’interruzione di gravidanza era molto simile alla nostra, dopo l’avvento della RU486 è stata cambiata: ora l’aborto si può fare da un qualunque ginecologo privato.
È chiaro che questo renderebbe impossibile ogni forma di prevenzione: non ci sarebbe più un luogo dove incontrare le donne, non ci sarebbe modo di parlare con loro. I Centri di aiuto alla vita non avrebbero più alcuna funzione."
Eugenia Roccella
"Ma risolto sul piano sanitario, il problema resta sul piano bioetico. Dall’aborto come pratica sottoposta a certe procedure sotto il pubblico controllo passeremmo a una pratica privata, solipsistica, affidata alla sola donna e sottratta alla società."
Francesco D’Agostino
Almeno i delinquenti hanno il buon senso di mettersi d'accordo sulle versioni...