Apprendo, attraverso "
The Jawa Report" di un discorso tenuto recentemente da Dan Rater all'"Aspen Institute"
Cito:
"Io incoraggio personalmente il presidente a stabilire una commissione della Casa Bianca sui media pubblici."
Una tale commissione, ha detto Rather, avrebbe il compito di fornire raccomandazioni su come salvare posti di lavoro nel giornalismo e nel creare nuovi modelli di business in modo da mantenere in vita le organizzazioni giornalistiche.
In giuoco, sostiene, c'è la sopravvivenza stessa della democrazia americana.
"Una stampa autenticamente libera e indipendente è il cuore battente della democrazia e della libertà" ha dichiarato Rather in un'intervista ieri pomeriggio. "Questa non è una preoccupazione che riguarda solo i giornalisti, la perdita di posti di lavoro, la perdita di giornali, la perdita del tradizionale ruolo della stampa americana come cane da guardia contro il potere."
Ora, sorvolando sul triste fatto che la stampa americana ultimamente più che "cane da guardia contro il potere" somiglia sempre di più al cane da compagnia del presidente B. Hussein Obama, c'è qualcos'altro di "storto" in questo ragionamento. Andiamo per passaggi logici:
1) la stampa americana ha un ruolo tradizionale di "cane da guardia contro il potere" ("watchdog on power").
2) la stampa americana sta perdendo colpi (Dan Rather ovviamente sorvola con l'eleganza di un airone zoppo sui motivi della crisi dei "MainStream Media", "MSM" per gli amici.)
3) la Casa Bianca (cioè il potere, lo stesso contro il quale la stampa dovrebbe fare da "cane da guardia") dovrebbe (in parole povere) sostenere e salvare la stampa americana.
Un caxxo di genio, no?
Non si capisce se Dan Rather voglia firmare la capitolazione finale (cioè il passaggio definitivo e permanente dalla genuflessione alla prostrazione) degli MSM americani nei confronti di Obama , o se si sia bevuto il poco cervello che gli era rimasto quando ha deciso di dimettersi dalla CBS in seguito al "Rathergate".
Il problema di Rather (e di molti altri giornalisti, anche di casa nostra) è che non riescono a - non vogliono? - rendersi conto che la crisi dei MSM non è colpa dei diabolici blogger o di ignoti pirati informatici che non hanno nulla di meglio da fare che infangare la cara buona vecchia carta stampata, nascondendosi "codardamente" dietro l'anonimato.
La colpa del tracollo del media tradizionale è solo e soltanto del media tradizionale, che da "cane da guardia" è diventato "cane da compagnia", quando non proprio "cane" e basta.
Il "
Rathergate".
L'"affaire"
Jayson Blair.
Le
immagini "
photoshoppate" dai
reporter libanesi di
Reuters.
La "telenovela" del
fosforo bianco.
Finanziamenti dei media USA ai
partiti.
Ed ecco che il cane alla fine diventa puttana (la battuta funziona bene in inglese...) esigendo la marchetta al suo ex-nemico, ora datore di lavoro. Il guardiano che chiede ai ladri lo stipendio. E con i pochi denti che gli rimangono, questa cagnetta (il doppio senso anglosassone è sempre in agguato) pulciosa non trova nulla di meglio da fare che azzannare i cani da guardia "veri", magari a colpi di leggi fatte d'amore e d'accordo con il loro nuovo pappone. Un bel quadretto, nevvero?
Chi lamenta il tracollo delle "istituzioni culturali" ignora (meglio, finge di ignorare) che quelle istituzioni culturali erano - sono tuttora - monopolio di una parte politica, monopolio che ha ridotto la nostra cultura alla brutta copia del canzoniere di Jovanotti (provate ad andare in libreria e chiedere un'opera di John Locke: "Chi? Quello di "Lost"?").
Chi è causa del suo mal... Almeno eviti di emettere flatulenze.