domenica 4 luglio 2010

A Henry Lee. Monticello, 8 Maggio 1825

 A Henry LEE

Monticello, 8 Maggio 1825
Caro signore,

- Il fatto che George Mason fu autore del "Bill of Rights", e della Costituzione che su di essi era fondata, è chiaramente fissato nella mia mente dai fatti. Delle carte a cui Vi riferite, ritenute le istruzionei alla delegazione della Virginia al Congresso, io non ho memoria. Fossero state qualcosa di più di un progetto di natura privata, vale a dire, se simili istruzioni fossero state date dalla convenzione, apparirebbero nelle registrazioni, che noi possediamo per intero. Ma rispetto ai nostri diritti, e le azioni del governo Britannico contrari ad essi, vi era soltanto un'opinione da questa parte dell'oceano.
Tutti i "whigs" Americani la pensano allo stesso modo su quest'argomento. Benchè forzati a ricorrere alle armi per rimediare, un appello al tribunale del mondo fu ritenuto appropriato per giustificarci.
Questo fu l'oggetto della Dichiarazione d'Indipendenza. Non la ricerca di nuovi principi, o nuove questioni mai pensate prima, nemmeno per dire cose che non erano mai state dette prima; ma per porre innanzi all'umanità il buon senso dell'argomento, in termini così chiari e fermi da imporre il loro consenso, e giustificaci nella posizione indipendentista che fummo costretti ad adottare. Mai mirata all'originalità dei principi o dei sentimenti, nemmeno copiata da qualsivoglia particolare e precedente scritto, era destinata ad essere l'espressione dello stato d'animo Americano, e a dare a quell'espressione il tono e lo spirito più appropriato che l'occasione richiedesse. Tutta la sua autorità risiede allora nei sentimenti d'armonia di quel giorno, in qualsivoglia modo espressi, in conversazioni, in lettere, pamphlet o i più elementari libri di diritti civili, come Aristotele, Cicerone, Locke, Sidney e altri. Sono convinto che troverete che i documenti storici in vostro possesso che Voi menzionate, proveranno i fatti e i principi scritti in quella Dichiarazione.

Abbiate il piacere di accettare le assicurazioni della mia più grande stima e rispetto.

Thomas JEFFERSON


Monticello, May 8, 1825
Dear Sir,

—That George Mason was author of the bill of rights, and of the constitution founded on it, the evidence of the day established fully in my mind. Of the paper you mention, purporting to be instructions to the Virginia delegation in Congress, I have no recollection. If it were anything more than a project of some private hand, that is to say, had any such instructions been ever given by the convention, they would appear in the journals, which we possess entire. But with respect to our rights, and the acts of the British government contravening those rights, there was but one opinion on this side of the water. All American whigs thought alike on these subjects. When forced, therefore, to resort to arms for redress, an appeal to the tribunal of the world was deemed proper for our justification. This was the object of the Declaration of Independence. Not to find out new principles, or new arguments, never before thought of, not merely to say things which had never been said before; but to place before mankind the common sense of the subject, in terms so plain and firm as to command their assent, and to justify ourselves in the independent stand we are compelled to take. Neither aiming at originality of principle or sentiment, nor yet copied from any particular and previous writing, it was intended to be an expression of the American mind, and to give to that expression the proper tone and spirit called for by the occasion. All its authority rests then on the harmonizing sentiments of the day, whether expressed in conversation, in letters, printed essays, or in the elementary books of public right, as Aristotle, Cicero, Locke, Sidney, &c. The historical documents which you mention as in your possession, ought all to be found, and I am persuaded you will find, to be corroborative of the facts and principles advanced in that Declaration.
Be pleased to accept assurances of my great esteem and respect.

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