lunedì 19 luglio 2010

Post-it

Oggi mi scappa l'occhio su una copia de "L'Eco della Forca" de "La Repubblica" e noto, simpaticamente uno di fronte all'altro, due articoli.
Il primo, manco a dirlo, è la pubblicazione di verbali - ovvero atti giudiziari - su tal Verdini.
Naturalmente trattasi di processo ancora in corso, quindi probabilmente trattasi di atti giudiziari "teoricamente" coperti da segreto istruttorio, ma si sa che qui in Italia il segreto istruttorio vale solo per alcuni.
Per altri no, ça va sans dire.
Verrebbe a mente la Costituzione, in quel punto specifico in cui recita - più o meno:

"L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva."
(Art. 27 Cost., comma 2)

Ma la Costituzione, anche questo è noto, può essere sventolata sulla faccia di chicchessia solo ed esclusivamente quando torna comodo, e naturalmente solo a pezz(ettini)i.
Ma al di là di questi tecnicismi, quello che mi è saltato all'occhio era la relazione con l'articolo posto nella pagina di fronte, vale a dire l'ennesima stracciata di vesti sul "Ddl intercettazioni", su come ci stiamo avviando verso la censura, su come senza libertà di stampa diventeremmo tutti sudditi, ecc.
Viene da chiedersi, nel caso questo Verdini finisca per essere assolto (nel caso, eh...), a che cosa sarà valsa quella che questa gente chiama "libertà di stampa".


"Mi rendo conto che esiste un diritto d’informazione, ma esistono anche i diritti delle persone e delle loro famiglie. A ciò si aggiunge la propensione allo sciaccallaggio di soggetti politici che, ricercando un utile meschino, dimenticano di essere stati per molti versi protagonisti di un sistema rispetto al quale oggi si ergono a censori."

Sergio Moroni

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